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CryptoVantage risponde: chi utilizza gli ATM di Bitcoin e perché?

Con ogni probabilità ne hai già visto uno: in un centro commerciale, nei pressi di un bar, in aeroporto o in un altro luogo strategico. Non importa che tu sia un principiante o abbia già esperienza: ti basta avere un cellulare e puoi fermarti a un ATM di Bitcoin per acquistare o vendere BTC.

Ad oggi si contano oltre 32.000 ATM di Bitcoin (o BTM) nel mondo, stando a Coin ATM Radar. Gli appassionati di Bitcoin li considerano uno strumento che avvalora la promessa iniziale di decentralizzazione portata avanti dalla criptovaluta.

Ma la praticità e la semplicità hanno un prezzo piuttosto elevato. In media, un ATM di Bitcoin addebita tra il 5% e il 20% di commissioni per le transazioni, un importo decisamente maggiore di quello applicato da qualsiasi exchange di criptovalute o sportello bancomat tradizionale.

Dunque, chi utilizza gli ATM di Bitcoin e perché? In questo articolo proviamo a identificare quale categoria di utenti utilizza questo strumento.

I bancomat Bitcoin sono presenti in tutto il mondo

Hudson Yards, NYC

1. Fanatici della privacy

Prima di andare a scoprire perché i fanatici della privacy utilizzano gli ATM di Bitcoin, cerchiamo di capire innanzitutto perché si parla di privacy. Per poter usufruire delle varie funzionalità offerte, gli exchange di criptovalute richiedono all’utente di fornire le cosiddette informazioni per il KYC (Know Your Customer), come il passaporto, un documento di identità rilasciato da un ente governativo e una prova di indirizzo.

Il processo di riconoscimento “Know Your Customer” (letteralmente “Conosci il tuo cliente”) ha lo scopo di limitare pratiche illecite come il riciclaggio di denaro; attualmente, è di fatto un requisito normativo applicato al settore delle criptovalute in molte giurisdizioni.

Tuttavia, non mancano coloro che ritengono che i requisiti di KYC vadano contro ciò che costituisce la vera essenza delle criptovalute, ovvero la privacy e l’anonimato. Proprio per questo, alcuni utenti di Bitcoin si rivolgono agli ATM di Bitcoin, che sono più discreti quando si tratta di riservatezza. Perlomeno, questa è l’idea.

Inizialmente i BTM erano certezza di privacy e anonimato, ma negli ultimi anni le cose hanno iniziano a farsi complicate. A causa dei timori legati a un possibile ruolo nel facilitare attività criminali, i BTM hanno iniziato a diventare sempre più oggetto di un attento controllo federale.

Ciò significa che ora, a seconda del luogo, la maggior parte degli ATM di Bitcoin richiede agli utenti di fornire un documento d’identità.

Fortunatamente, rimangono due scenari in cui è ancora possibile effettuare transazioni di Bitcoin senza rivelare i propri dati personali: nel caso di piccole somme e quando si è in un Paese dove non è richiesta la verifica dell’identità del cliente.

Se questa è la parte più semplice, più difficile è invece riuscire a individuare questi ATM. Coloro che sono determinati a proteggere la propria privacy potrebbero trovarsi infatti a dover andare oltre i confini nazionali per trovarli.

2. La categoria degli “unbanked”

Gli ATM di Bitcoin sono diventati l’ancora di salvezza per un’altra categoria di persone, ovvero quella parte di popolazione che non ha accesso ai servizi bancari, i cosiddetti “unbanked”. Questi servizi offrono infatti una modalità pratica e veloce per acquistare e vendere Bitcoin utilizzando denaro contante.

Uno studio condotto da Trading Browser ha rivelato che i Paesi con il maggior numero di unbanked hanno registrato i tassi di adozione delle criptovalute più elevati. Ciò che ha colpito maggiormente, secondo l’autore della relazione Daniel Larsson, è il fatto che gli ATM di Bitcoin sono stati un fattore trainante “sorprendente e significativo” di questa tendenza.

Un esempio: il Messico, dove il 60% della popolazione non possiede un conto bancario, si è posizionato al secondo posto della speciale classifica stilata per questo studio con ben 46 ATM di Bitcoin.

Un altro dato ha destato parecchio interesse: nei Paesi in cui la parola “unbanked” è quasi sconosciuta, come Svezia, Danimarca, Norvegia e Nuova Zelanda, gli ATM di Bitcoin sono praticamente inesistenti.

Ciò che emerge quindi è che la diffusione degli sportelli Bitcoin tende ad andare di pari passo con scenari in cui la maggior parte della popolazione non ha un conto bancario.

Gli ATM di Bitcoin posso rivelarsi particolarmente utili anche in quei Paesi in cui gli exchange di criptovalute sono vietati. Sebbene sia improbabile che un ATM di Bitcoin possa sopravvivere in presenza di divieti del genere, come successo in Cina, la possibilità c’è, almeno in teoria.

3. Titolari di conti in situazioni di emergenza

In quei momenti di emergenza in cui ti è impossibile accedere al tuo conto dell’exchange, un ATM di Bitcoin può essere davvero la tua salvezza.

Immaginiamo che ti arrivi la voce che il tuo exchange sia prossimo alla chiusura e tu decida di ritirare i tuoi fondi. Sfortunatamente, la tua connessione Internet è lenta oppure non puoi utilizzare né il cellulare né il computer portatile.

Nel mondo delle criptovalute, dove tutto si muove a velocità supersoniche, ogni minuto è fondamentale.

Un esempio? Pensiamo a quando FTX, ai tempi uno dei cinque principali exchange, ha presentato istanza di fallimento. Sono stati tantissimi i titolari di conti che non sono riusciti a mettere in salvo il proprio denaro. Quando si era ventilata l’idea di un’imminente bancarotta, era già troppo tardi per ritirare i fondi dall’exchange.

In situazioni come queste, un ATM potrebbe essere davvero l’unica soluzione: puoi correre allo sportello più vicino, inserire il codice QR del tuo portafoglio o digitare la tua chiave privata e ritirare il tuo denaro.

In alternativa, se il valore della tua criptovaluta sta andando a picco e vuoi vendere, un ATM di Bitcoin ti consente di convertire velocemente i tuoi fondi in denaro liquido.

4. Principianti e utenti meno giovani

Con gli ATM di Bitcoin, usare le criptovalute diventa ancora più semplice, persino per i principianti e gli utenti meno giovani.

Per chi muove i primi passi in questo settore, l’idea di creare un conto e muoversi su un exchange può fare paura. Se da una parte si tratta di utenti che si affacciano con curiosità al mondo delle criptovalute, dall’altra spesso non sono pronti per lanciarsi totalmente in questo universo.

È proprio qui che gli ATM di Bitcoin possono rappresentare una soluzione particolarmente semplice, perché è sufficiente recarsi a uno sportello, inserire denaro contante e ricevere BTC nel giro di pochi minuti.

Questa semplicità d’uso rende gli ATM di Bitcoin uno strumento perfetto per coloro che vogliono iniziare a muovere i primi passi nel mondo delle criptovalute, ma con i propri ritmi.

Anche i meno giovani, che magari non hanno così tanta dimestichezza con la tecnologia, potrebbero essere propensi a usare gli ATM di Bitcoin per diversi motivi.

Innanzitutto, si tratta di persone che usano da anni gli sportelli bancomat tradizionali. Gli ATM di Bitcoin non si differenziano molto dai predecessori in termini di aspetto e funzionamento, il che offre un senso di familiarità.

Inoltre, questa generazione tende a preferire le esperienze che sono “familiari, personali e tangibili”, e gli sportelli di Bitcoin si sposano perfettamente con queste esigenze. È tutto molto intuitivo: gli utenti vedono il classico ATM, inseriscono manualmente il denaro contante e ottengono la ricevuta che conferma la transazione.

Considerazioni finali: il vantaggio di avere più opzioni

Gli ATM di Bitcoin sono leggermente più costosi rispetto agli sportelli bancomat tradizionali o agli exchange di criptovalute, ma garantiscono quell’anonimato tanto promesso dalle criptovalute che invece gli exchange non riescono a offrire. Possono essere la soluzione di cui hai bisogno quando devi ritirare i tuoi fondi dagli exchange il prima possibile,

ma sono utili anche ai meno esperti e ai meno giovani che vogliono muovere i primi passi nel mondo delle criptovalute, consentendo loro di entrare nel mondo dei Bitcoin. Infine, gli ATM di Bitcoin danno la possibilità a quella parte di popolazione che non possiede un conto bancario di accedere ai servizi finanziari.

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Hope Mutie

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Hope Mutie

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