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CryptoVantage risponde: cosa posso fare se la mia banca non accetta i pagamenti in criptovalute?

Il mercato delle criptovalute si comporta spesso come un pendolo, alternando rapidamente periodi di forte espansione ad altri di crisi. I crolli spettacolari del 2022 hanno lasciato una scia di macerie e neanche il 2023 è stato magnanimo con questo settore. Soprattutto considerando che negli Stati Uniti la SEC ha colpito duramente gli operatori a furia di sentenze.

Molte delle banche più conservatrici dimostrano da tempo una certa diffidenza nei confronti delle criptovalute, mentre quelle che hanno accolto questa innovazione pagano spesso le conseguenze delle crisi che periodicamente colpiscono il mercato. È il caso, ad esempio, di Silvergate e Signature Bank, che il 3 e il 12 marzo di quest’anno sono state chiuse dalla FDIC per varie ragioni, tra cui la loro esposizione a FTX e ad altre criptomonete implose.

Gli eventi che si sono susseguiti negli ultimi due anni hanno portato a misure di controllo più severe. Nonostante questo garantisca maggiore sicurezza, c’è chi ancora si rifiuta di accedere a questo settore dall’alta volatilità. Ecco quindi cosa puoi fare se la banca che hai scelto non accetta i pagamenti in criptovalute.

Una foto delle banche popolari

Le banche hanno bisogno di te più di quanto tu abbia bisogno di loro

Prima di addentrarci nell’argomento, è importante comprendere bene come funziona l’attuale infrastruttura bancaria. La maggior parte delle banche tradizionali fa affidamento sulla cosiddetta riserva frazionaria.

Si tratta di un concetto relativamente semplice: quando depositi fondi, non vengono custoditi in una “cassaforte” a cui puoi accedere liberamente. Al contrario, la banca può prestare fino al 90% del tuo denaro ai clienti che ne fanno richiesta oppure può investirlo autonomamente.

Gli istituti di credito sono tenuti solo a custodire i fondi sufficienti a coprire i prelievi improvvisi. È quindi loro interesse avere il maggior numero di clienti possibile per massimizzare i guadagni derivanti dal volume di denaro prestato o investito. Se la tua banca non accetta i pagamenti in criptovalute, puoi sempre trovarne una che invece offre questo servizio.

Le banche favorevoli alle criptovalute

Il numero delle banche che hanno deciso di adottare le criptovalute è in costante aumento, specie dove si è cercato di creare una regolamentazione chiara. Se la tua non accetta questo tipo di pagamenti, c’è una lunga lista di istituti alternativi che non vedono l’ora di averti come cliente.

Paradossalmente, le banche che si rifiutano di elaborare questi trasferimenti finiscono per contribuire all’idea che le criptomonete costituiscano una rivoluzione necessaria e rischiano di spingere i clienti a trasferire anche i loro depositi in valute fiat.

Questo tipo di atteggiamento ha anche un altro effetto “indesiderato”: far capire agli utenti di non avere il pieno controllo del denaro depositato, visto che è l’istituto a decidere come devono investirlo.

Il mercato sembra però indicare un’inversione di tendenza, dato che sempre più operatori della finanza tradizionale sono interessati a investire nel nuovo settore, così come evidenziato dalle proposte di ETF su Bitcoin di quest’anno. Aziende come Blackrock hanno un’influenza decisiva sul mercato e il loro giudizio positivo su Bitcoin viene tenuto in considerazione dalle banche. L’insieme di questi fattori sta infatti convincendo molti istituti bancari ad accettare i pagamenti in criptovalute o, per lo meno, a offrire degli strumenti che consentano di accedere a questo nuovo mercato.

Alternative bancarie e intermediari di terze parti

La difficoltà ad accedere a certi prodotti, pagamenti o servizi non è certo una novità nell’infrastruttura bancaria tradizionale. Un caso divenuto oramai celebre è quello derivato dal successo esplosivo del poker online nei primi anni 2000. All’epoca, le banche e molti sistemi di pagamento hanno iniziato a ostacolare l’accesso dei loro clienti ai servizi di gioco su internet.

Il poker era considerato una forma di investimento troppo rischiosa, ma molti utenti hanno aggirato le restrizioni rivolgendosi a intermediari poco trasparenti. E ora sembra che la storia si stia ripetendo.

Intermediari sicuri e user-friendly

Negli ultimi vent’anni, le cose sono cambiate e l’industria delle criptovalute ha retto bene la prova del tempo: ecco perché un numero sempre maggiore di istituzioni ha deciso di adottare questa innovazione. Se in passato solo le banche offrivano strumenti finanziari, ora sono subentrati nuovi grandi intermediari che giocano un ruolo sempre più importante. Molti exchange di criptovalute hanno integrato Apple Pay come metodo di pagamento, Visa sta testando i pagamenti in ETH per le gas feePaypal ha appena lanciato una stablecoin nativa (PYUSD).

Nei prossimi anni, avremo a disposizione queste e altre nuove risorse per effettuare i pagamenti in criptovalute. Poco importa se la tua banca deciderà di offrire questa possibilità: non potrà rifiutarsi di supportate i servizi di queste grandi istituzioni finanziarie.

Perché non puntare sugli ETF?

Nonostante non siano relazionati direttamente ai pagamenti in criptovalute, gli ETF su queste monete hanno suscitato un grande interesse negli ultimi anni. Il Canada è stato il primo Paese a lanciare un ETF su Bitcoin e al momento ne conta tre quotati nella Borsa di Toronto (TSX).

L’Europa ha lanciato il suo primo ETF su Bitcoin ad agosto 2023, mentre negli USA la SEC sta valutando diversi candidati. Anche se non saranno approvati, per le banche tradizionali è ormai evidente che i loro clienti sono sempre più interessati a investire sulle criptovalute.

Considerazioni finali: chi non si adatta rimane indietro

Oggi più che mai, abbiamo una vasta gamma di servizi per i pagamenti in criptovalute: banche tradizionali che hanno seguito la direzione verso cui si muove il mercato, strumenti di investimento tradizionali come gli ETF su Bitcoin e servizi di intermediazione di terze parti.

In futuro, tutti gli istituti bancari accetteranno i pagamenti in criptovalute per evitare il fallimento. Nell’attesa, se la tua banca non offre ancora questo servizio, puoi cambiarla oppure ricorrere alle numerose soluzioni alternative.

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Iain Taylor

About the Author

Iain Taylor

Iain Taylor grew up in Northern Ireland, and is currently living in Halifax, NS. He has quadruple citizenship status, and has been involved in cryptocurrency since the end of 2020. He completed a study in Bitcoin, Blockchain Technology, and Cryptocurrencies at Dalhousie in 2021, and has been writing on the industry since September 2021.

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