Diecimila bitcoin per due pizze.

Può suonare ridicolo, ma questa è considerata la prima vera transazione in bitcoin della storia.

Il 22 maggio 2010, oggi noto come “Bitcoin Pizza Day”, il bitcoin (che a novembre 2021 ha raggiunto un picco di valore pari a 69.000 $ a unità) venne utilizzato per la prima volta per acquistare un bene fisico.

I bitcoin furono inviati a un volontario in Inghilterra che fece una telefonata transatlantica e pagò 30 $ per la consegna delle due pizze al programmatore Laszlo Hanyecz che all’epoca viveva in Florida.

Ora come ora trenta dollari potrebbero non sembrare così tanti, ma sono stati un passo importante nella storia delle criptovalute che, da allora, sono diventate senza dubbio la più interessante innovazione tecnologica del 21° secolo. In questo articolo vogliamo ripercorrere la storia di come sono state create le criptovalute in generale e il Bitcoin nello specifico e in che direzione potrebbero andare.

L'idea di una criptovaluta

L’idea di una criptovaluta emerse per la prima volta nel 1983, quando il crittografo americano David Chaum pubblicò un articolo nel quale gettava le basi per una moneta elettronica che fosse anonima e basata sulla crittografia. L’idea di fondo era quella di una valuta che potesse essere inviata senza essere tracciata e in modo tale da non aver bisogno di entità centralizzate, come ad esempio le banche. Nel 1995 Chaum sviluppò ulteriormente la sua idea originale creando una proto-criptovaluta chiamata Digicash, che richiedeva l’utilizzo di un software da parte dell’utente per prelevare i fondi da una banca e l’utilizzo di chiavi crittografate per poterli inviare a un destinatario.

Nel 1998, Nick Szabo ideò quello che viene spesso considerato il precursore diretto del Bitcoin, ovvero il Bit Gold. Questa valuta richiedeva che l’utente dedicasse la potenza di calcolo di un computer alla risoluzione di rebus crittografici e chiunque fosse riuscito a risolvere il rebus avrebbe ricevuto una ricompensa. Combinata alle idee di Chaum, questa valuta si avvicina molto a quello che è oggi il Bitcoin.

Szabo, però, non riuscì a risolvere il famigerato problema della doppia spesa (i dati digitali possono essere copiati e incollati) senza dover ricorrere a un’autorità centrale. Per questo, bisogna attendere il decennio successivo quando una persona o un gruppo misteriosi, con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, segnano la storia del Bitcoin e delle criptovalute successive pubblicando un white paper dal titolo: “Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer” (“Bitcoin – A Peer to Peer Electronic Cash System”).

Riportiamo qui un breve video che spiega le cripto ai principianti:

Damo un’occhiata a come le criptovalute sono cambiate nel tempo.

Gli esordi (2008-2010)

Il 31 ottobre 2008, Satoshi Nakamoto pubblica il white paper sul Bitcoin descrivendo la funzionalità della rete blockchain sulla quale si basa il Bitcoin, ma aveva iniziato formalmente a lavorare al Bitcoin il 18 agosto 2008 con l’acquisto di Bitcoin.org. Pur non essendo oggetto di questo articolo, va notato che il Bitcoin (e tutte le altre criptovalute) non sarebbero state possibili senza la tecnologia della blockchain che, nella sua forma più elementare, consiste nella creazione di strutture immutabili di dati.

La storia del Bitcoin era iniziata. Il 3 gennaio 2009, Satoshi Nakamoto mina il primo blocco della rete Bitcoin. In questo blocco iniziale inserisce un titolo del Times, lasciando così un riferimento permanente a quelle condizioni economiche contro le quali il Bitcoin costituiva una reazione, tra cui ad esempio il salvataggio delle banche e un sistema finanziario centralizzato.

Questo primo blocco, che ha portato all’estrazione di 50 bitcoin, è ora noto come Blocco Genesi. In quel momento il Bitcoin non ha ancora praticamente alcun valore, e sarà così per i primi mesi della sua esistenza. Infatti, sei mesi dopo essere diventato negoziabile, ad aprile 2010, il valore di un BTC era ancora poco meno di 14 centesimi, mentre all’inizio di novembre, il prezzo “aumenta” fino a 36 centesimi prima di stabilizzarsi a circa 29 centesimi.

Il mercato comincia a prendere forma (2010-2014)

Anche se ancora basso, il Bitcoin dimostra di avere un valore nel mondo reale. A febbraio 2011, infatti, il suo valore sale a 1,06 $ prima di scendere nuovamente a circa 87 centesimi. In primavera, in parte per un articolo di Forbes sulla nuova “criptovaluta”, il prezzo decolla. Dai primi di aprile alla fine di maggio, il valore del Bitcoin passa da 86 centesimi a 8,89 $.

Il 1° giugno, dopo la pubblicazione da parte di Gawker di un articolo sull’interesse mostrato per questa valuta dalla comunità online di trafficanti di droga, il prezzo triplica nell’arco di una settimana arrivando a circa 27 $. Il valore di mercato dei bitcoin in circolazione si avvicina a quasi 130 milioni di dollari. Tuttavia, a settembre 2011, il valore scende a circa 4,77 $.

A ottobre dello stesso anno, fa la sua comparsa il Litecoin, uno dei tanti fork (ossia versioni aggiornate) del Bitcoin. Il Litecoin diventa presto la seconda criptovaluta più importante per capitalizzazione di mercato, e infatti il primo archivio di CoinMarketCap, che raccoglie dati a partire da maggio 2013, mostra che PPCoin, Namecoin e altre dieci valute rimangono molto indietro. Queste criptovalute vengono presto soprannominate “altcoin” (ovvero monete alternative), dato che alcune di esse erano state create da fork del Bitcoin, mentre altre da codici nuovi.

Nel 2012, i prezzi del Bitcoin crescono costantemente e, a settembre di quell’anno, viene creata la Bitcoin Foundation con l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo e l’adozione del Bitcoin. All’epoca conosciuta come OpenCoin, anche Ripple viene lanciata quell’anno, con in mente l’idea di attirare venture capital per l’anno successivo.

Nel 2013, tra problemi federali, penali, normativi e di software, il prezzo del bitcoin aumenta e diminuisce costantemente. Il 19 novembre raggiunge i 755 $ per poi crollare a 378 $ lo stesso giorno. Il 30 novembre sale nuovamente fino a 1.163 $. Da questo momento in poi, però, inizia una lunga discesa che porterà il prezzo del Bitcoin a crollare fino a 152 $ nel gennaio 2015.

I tentativi di frode dominano i titoli (2014-2016)

Anche se voluti, l’anonimato e la mancanza di un controllo a livello centrale rendono le valute digitali molto attraenti per i malintenzionati. A gennaio 2014, ad esempio, Mt.Gox, all’epoca il più grande exchange di bitcoin al mondo, collassa e dichiara bancarotta per la perdita di 850.000 bitcoin. Sebbene non si sappia cosa sia successo esattamente, è probabile che i BTC siano stati gradualmente rubati nel corso del tempo, a partire dal 2011, e rivenduti poi su vari exchange in cambio di contanti (tra cui Mt.Gox stesso); fino a quando Mt.Gox, controllando i propri portafogli, non scopre che erano vuoti. Nel 2017 il CEO Mark Karpeles è stato accusato di truffa, ma viene scagionato nel 2019, quindi la destinazione dei BTC mancanti rimane tuttora un mistero.

Nonostante questo attacco hacker non sia stato un evento isolato, è comunque servito da monito e, da allora, la sicurezza sugli exchange è molto migliorata. Sebbene anche oggi gli exchange più piccoli continuino a essere vittime di attacchi hacker, le piattaforme più grandi forniscono maggiori garanzie sulle proprie riserve in caso di violazioni. Tra queste figurano ad esempio il fondo assicurativo di emergenza Secure Asset Fund for Users su Binance.

Inoltre, ai trader di cripto si consiglia l’uso di un portafoglio hardware o software per conservare le proprie criptovalute anziché tenerle su un exchange. Nel primo periodo della storia delle criptovalute, portafogli come questi non erano così accessibili.

Il Bitcoin diventa un fenomeno mondiale (2016-2018)

Nel periodo successivo, il prezzo del Bitcoin continua ad aumentare in modo costante di anno in anno, passando dai 434 $ del gennaio 2016 ai 998 $ del gennaio 2017. Nel luglio 2017 viene approvato un aggiornamento al software di Bitcoin con lo scopo di supportare lo sviluppo della Lightning Network (una soluzione di scalabilità layer 2) oltre che quello di migliorare la sicurezza.

A una settimana dall’attivazione dell’aggiornamento, ad agosto, il valore di scambio del Bitcoin è di circa 2.700 $, mentre il 17 dicembre dello stesso anno, raggiunge un massimo storico di poco inferiore ai 20.000 $.

Durante questo stesso periodo, un nuovo progetto blockchain chiamato Ethereum inizia a far parlare di sé nel settore, diventando rapidamente la criptovaluta numero due per capitalizzazione di mercato dal lancio nel luglio 2015. Ethereum porta gli smart contract nel mondo delle criptovalute, aprendo a una vasta gamma di potenziali casi d’uso e generando più di 200.000 progetti diversi e in continuo aumento. A differenza di Bitcoin, Ethereum consente anche ad altre piattaforme, ciascuna con le proprie criptovalute e casi d’uso, di sfruttare la propria catena per il lancio e le operazioni. Questo modello viene ampiamente copiato dalle nuove blockchain e, ad esempio, Cardano, Tezos e Neo (per citarne solo tre) sono state lanciate proprio in questo periodo.

Fallimenti e riprese, fallimenti e riprese... (dal 2018 a oggi)

Il Bitcoin non è stato capace di mantenere il suo massimo storico di 19.783 $, e, allo stesso modo, Ethereum, che ha raggiunto il suo massimo storico di circa 1.400 $ a gennaio 2018, non è stato in grado di mantenere questo nuovo livello a lungo. Le norme finanziarie e i problemi di sicurezza legati ad attacchi hacker che avvenivano a cadenza quasi regolare, hanno contribuito al declino del mercato e, alla fine del 2018, il valore del bitcoin è crollato a 3.700 $.

I prezzi, però, non rimangono bassi a lungo. A partire dalla fine del 2020, il Bitcoin attraversa una sorta di rinascita che inizia con l’annuncio, fatto ad agosto di quell’anno, da parte della società di business intelligence MicroStrategy dell’acquisto di bitcoin per un valore di 250 milioni di dollari. Questa operazione dà il via a un trend crescente che presto si diffonde su tutto il mercato portando a un ulteriore aumento dei prezzi con l’acquisto da parte di Tesla di 1,5 milioni di dollari in bitcoin all’inizio del 2021. Il novembre di quell’anno il valore del bitcoin raggiunge il suo record attuale di 69.000 $.

Successivamente il mercato crolla ancora una volta, trascinato verso il basso da preoccupazioni macroeconomiche derivanti dall’elevata inflazione, dall’aumento dei tassi d’interesse e dallo spettro della guerra. Detto ciò, visto che anche i mercati globali nazionali hanno registrato cali alla fine del 2021 e nel 2022, il crollo parallelo delle cripto dimostra che il settore è sempre più legato ai mercati finanziari tradizionali.

E, mentre la volatilità delle criptovalute è allo stesso tempo attraente e potenzialmente devastante, la tecnologia alla base, ovvero la blockchain, ha il potere di cambiare molti settori della nostra società. Che si tratti di fornire possibilità di scambi finanziari accessibili e vantaggiosi, proteggere i propri fondi in modo tale che nessuno possa accedervi o che si tratti di fornire dati precisi per il preventivo dell’assicurazione, la tecnologia blockchain ha il potenziale di essere utilizzata in quasi in tutte le aree dell’economia.

Mentre il mercato diventa più stabile grazie a una maggiore comprensione e all’introduzione di nuovi settori come gli stablecoin e la finanza decentralizzata (DeFi), è facile entusiasmarsi per le criptovalute e il loro potenziale da un punto di vista tecnologico e di investimento. Questo, indipendentemente dal fatto che sia il Bitcoin o un altro progetto blockchain ad alimentare l’interesse.

Per concludere, ecco una rappresentazione grafica che illustra la cronologia delle criptovalute:

A brief history of cryptocurrency infographic.

Le 10 criptovalute più importanti da conoscere

Bitcoin (BTC) – la criptovaluta originale, ideata nel 2008 e lanciata a gennaio 2009. Opera utilizzando il meccanismo di consenso proof-of-work, vale a dire che la capacità di calcolo viene utilizzata per verificare le transazioni e generare nuovi blocchi nella sua blockchain. Ha un’offerta massima totale di 21 milioni di bitcoin, il che rende questa valuta potenzialmente deflazionistica.

Ethereum (ETH) – una criptovaluta proof-of-work lanciata a luglio 2015. Originariamente ideata come “calcolatore universale” in grado di funzionare come infrastruttura per un internet decentralizzato, è in grado di utilizzare gli smart contract, i quali eseguono azioni prestabilite quando vengono soddisfatte alcune condizioni. Sta attualmente pianificando un passaggio a un meccanismo di consenso proof-of stake nel quale le transazioni vengono verificate utilizzando la valuta per fare staking.

Tether (USDT) – uno stablecoin lanciato a luglio 2014 col nome RealCoin. È stabilizzato con un rapporto di 1:1 al dollaro americano e supportato da riserve pari al valore totale della moneta offerta. Utilizza la blockchain di Ethereum, così come altre, e registra generalmente i volumi di trading più alti per un periodo di tempo di 24 ore tra tutte le criptovalute sul mercato. Questo avviene perché i trader tendono a uscire da Tether durante i ribassi, anche se alcuni analisti ritengono che questa teoria non abbia riscontro nella realtà; opinione, questa, avvalorata dal fatto che Tether non è mai stato sottoposto a un audit completo.

Moneta Binance (BNB) – la criptovaluta nativa di Binance, la più grande del mondo per volume di trading. Lanciata a giugno 2017, i BNB permettono agli utenti di ottenere degli sconti sulle commissioni di trading applicate da Binance.

Cardano (ADA) – una criptovaluta proof-of-stake lanciata nel 2015 e aperta al trading nel 2017. Operando come blockchain di uso generale allo stesso modo di Ethereum, ha visto un costante sviluppo negli anni successivi, lanciando la capacità di eseguire smart contract a settembre 2011.

Ripple (XRP) – una criptovaluta lanciata nel 2012 col nome di OpenCoin. Si è generalmente posizionata come rete di pagamento fornendo la possibilità di effettuare trasferimenti transfrontalieri tra le controparti e le istituzioni finanziarie. Il registro di Ripple non utilizza un meccanismo di consenso proof-of-work, né uno proof-of-stake, ma un proprio algoritmo di consenso che è in grado di effettuare più di 1.000 transazioni al secondo, a differenza delle 7 al secondo circa eseguite dal Bitcoin.

Dogecoin (DOGE) – una cosiddetta moneta meme lanciata a dicembre 2013. Utilizza un cane Shiba Inu come mascotte, ed è un fork di Litecoin che, a sua volta, è un fork di Bitcoin. Nonostante sia stata creata per scherzo, ha un elevato numero di fan e sostenitori fedeli che spesso aiutano ad aumentarne il prezzo rapidamente.

Solana (SOL) – Una piattaforma blockchain relativamente nuova lanciata nel 2020 che ha promesso scalabilità ben oltre il Bitcoin o Ethereum. SOL viene pubblicizzata come piattaforma a ridotto impatto ecologico, dalla velocità elevata e a commissioni estremamente basse. Proprio per via delle basse commissioni e dell’elevata velocità di elaborazione è una delle preferite per gli NFT, i DEX e le app. Una critica che viene comunemente mossa a Solana consiste nel fatto che questa piattaforma viene fortemente influenzata da finanziamenti venture capital e, quindi, non è tanto decentralizzata quanto i suoi concorrenti. Ha anche subito diverse interruzioni importanti.

Monero (XMR) – una valuta incentrata sulla privacy lanciata nel 2014. Aiuta gli utenti a ottenere maggiori livelli di anonimato rispetto a quello offerto dal Bitcoin e da altre criptovalute tramite una serie di caratteristiche nuove. Tra queste figurano gli indirizzi stealth unici, le firme ad anello che mischiano le transazioni in modo tale che non possano essere tracciate e le transazioni che nascondono gli importi trasferiti. A causa dell’efficacia di queste misure, Monero è stata eliminata da numerosi exchange che non vogliono infrangere le regole sul riciclaggio di denaro.

The Sandbox (SAND) – insieme a Decentraland (MANA), Sandbox è una delle maggiori criptovalute associate al gaming e al metaverso sul mercato. Lanciato ad agosto 2020, SAND è il token di governance e di utilità della piattaforma di gaming Sandbox che consente ai possessori di acquistare elementi in-game, votare sugli aggiornamenti e di fare staking che, a sua volta, consente loro di ottenere ricompense.

Scopri di più sulla storia delle criptovalute nei vari Paese

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About the Author

Evan Jones

Evan Jones was introduced to cryptocurrency by fellow CryptoVantage contributor Keegan Francis in 2017 and was immediately intrigued by the use cases of many Ethereum-based cryptos. He bought his first hardware wallet shortly thereafter. He has a keen and vested interest in cryptos involving decentralized backend exchanges, payment processing, and power-sharing.

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